
Vannacci: un libro tossico e un Mein Kampf all’amatriciana
Eh no, non siamo tutti un po’ psicologi, né antropologi, né climatologi e tantomeno siamo tutti un po’ politologi. Ma un bel giorno, si fa per dire, un certo generale Roberto Vannacci decide di infischiarsene, si dà l’aria delle quattro specialità insieme e s’improvvisa persino saggista pubblicando il libro, sempre così per dire, “Il mondo al contrario”.
Mal scritto è la miglior cosa che si possa dire dell’imponente pastura di razzismo, misoginia, omofobia e vaneggi qualunquisti cucinata dal militare per 357 pagine. Per Vannacci vivremmo in un mondo al contrario (di qui il titolo dell’opera) dominato da minoranze che imporrebbero attraverso la manipolazione dei media le proprie idee deviate e anormali alla maggioranza “normale”.
Coi toni del delirio persecutorio l’autore mette all’indice tutto e tutti: Greta Thunberg e gli ecologisti, la pallavolista Paola Egonu perché inadatta rappresentante della patria Italia in quanto nera, le persone GLBTQ+ descritte come un 3% malato e prepotente della popolazione che vorrebbe persino “castrare il linguaggio per rendere la nostra lingua asessuata” (cit.), i migranti e persino i socialisti. E anche sulla legittima difesa Roberto Vannacci dà il meglio di sé come uomo d’onore professando il diritto della cittadinanza di uccidere i ladri in flagranza di reato. Cose che manco Hammurabi…
Nemmeno una redazione di cercopitechi sarebbe stata capace di raffazzonare il corteo nero di assurdità e di credenze mesozoiche sugli esseri umani e sulla società contemporanea che sfila lungo capitoli di Vannacci, chiaramente col passo dell’oca.
Eppure l’insalata di parole del generale sembra soddisfare molti palati: in pochi giorni ha conquistato la classifica di Amazon e vanta il 92% di valutazioni a cinque stelle e recensori in visibilio. Salvini ha fatto sapere che metterà l’opera sul comodino e una significativa fascia (sì, ho scritto fasci-a) di politici legittima le deiezioni letterarie del militare. Per ora la presidente Meloni tace sulla vicenda come usa comportarsi quando i suoi la fanno fuori dal vaso più del solito.
Leggi tutto l’articolo sulla mia rubrica su Milleunadonna 👉
Destituire l’autore di tale “opera” dall’Istituto geografico militare è il minimo sindacale. Tuttavia, a ben riflettere, non è tanto il pensiero del generale a spaventarmi ma il boom di acquisti su Amazon di un testo che ritengo un’offesa ai principi della Costituzione Italiana, tanto per cominciare. Mi impressiona che un rappresentante politico dichiari con tanta nonchalance di tenerlo ben in vista sul comodino e mi chiedo se siamo più uomini o masse di robottini programmati per seguire ideologie insensate e impregnate di banalità, quella banalità di cui molto spesso si riveste anche il male più profondo.