
Il figlicidio e il complesso di Medea
L’uccisione di un figlio da parte di una madre è un tabù universale, un tabù così antico da essere probabilmente inscritto nel dna umano. Per questo, il figlicidio materno rappresenta per la collettività un delitto inimmaginabile, incomprensibile e inumano.
L’impietosa fine di Elena, 5 anni da compiere, accoltellata a morte, malamente infilata in strati di sacchi neri e gettata in un campo dalla madre ventitreenne Martina Patti ha causato un boato mediatico d’incredulità e d’indignazione. Ad esasperare il dramma, la pantomima diabolica dell’assassina, che ha da subito tentato il depistaggio denunciando un fantasioso rapimento a mano armata.
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