Il truce ritorno delle “sentinelle in piedi”

Il truce ritorno delle “sentinelle in piedi”

11 Luglio 2020 0 Di Enrico Maria Secci

Torneranno oggi dopo anni di letargo le “Sentinelle in piedi”. Il movimento anacronistico anti-gay, famoso per le pantomime razziste contro le famiglie GLBT e l’adozione di figli da parte di coppie non eterosessuali, si ripresenta a Cagliari e in altre città con le solite motivazioni di livello nehandertaliano.

Questa volta la mobilitazione della minoranza omofoba organizzata vorrebbe interferire ridicolmente con l’approvazione della legge in fase di approvazione che introduce il reato di omobitransfobia. Una legge ritenuta illeberale dalle vedette dell’ignoranza, che con la manifestazione di oggi  rivendicano il loro “diritto” a discriminare.

All’opinione pubblica già asfissiata dall’ovvio imperante, permeata di luoghi comuni, di stereotipi sociali e di insensibilità culturale non mancavano di certo le “Sentinelle in Piedi”.

Le vedremo di nuovo esibirsi al Bastione di Cagliari nel gioco delle belle statuine come nel 2014/2015: ceree, esigue e sparute, con l’intento superfluo e distopico di vegliare -cito testualmente dal sito- sulla “libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”.

La coreografia del manifesto del qualunquismo e del conformismo spinto, già portato in scena in altre piazze italiane (con una partecipazione infinitesimale), prevede che le “vedette” del benpensare si dispongano in file parallele e stiano ritte in piedi con un libro in mano.

In passato l’intento fu protestare contro le unioni omosessuali e le adozioni gay, stigmatizzate come la peste bubbonica, la nemesi dell’evoluzione culturale, e, udite udite, la pandemia che distruggerà l’uomo e la società tutta.

Oggi le “sentinelle” si radunano per rivendicare un falso diritto: quello di discriminare, insultare, dichiarare apertamente l’egemonia del proprio modello etero-centrico del mondo e imporre i suoi corollari, primo fra tutti la negazione della dignità delle persone non eterosessuali.

L’esito sarà un rituale tetro e sconfortante, così sconfortante da strappare un sorriso, come succede solo quando l’assurdo incontra il ridicolo.

Ma che cosa leggono le “Sentinelle in piedi?” Sono un curioso per professione e non posso fare a meno di chiedermi che cosa leggano le sentinelle in piedi, quale sia la “cultura” che impugnano a sostegno delle loro grottesca rivendicazioni. Me lo domando, dato che una parte consistente e fondamentale dei libri di scienza e d’arte, è, a memoria d’uomo, opera di intellettuali omosessuali, persone che di certo non hanno depredato l’umanità ma la hanno enormemente arricchita, anche in tempi in cui la società ne decretava d’ufficio la segregazione, l’esilio o la morte (vedi la storia di Alan Turing, inventore dell’informatica).

Allora, che quali sono i libri branditi in silenziosa protesta da questi inquietanti manichini morali? Lo vorrei sapere. E poi, vorrei sapere che cosa dovremmo fare, secondo questo “movimento”, del contributo che le persone omosessuali danno da sempre alla società col loro lavoro, con le loro tasse, con la loro stessa esistenza? Dovremmo continuare a negarne i diritti? Dovremmo pensare ai gay, lesbiche, bisessuali e transsessuali come vassalli, come contribuenti sottomessi alla causa “sacra” e “naturale” della famiglia basata sull’unione eterosessuale?

Non è dato conoscere con precisione il pensiero delle “sentinelle in piedi”, tolti gli slogan mononeurali che presentano sulle loro pagine web, perché in realtà tacciono. E questo silenzio, che potrebbe sembrare pacifico, implica invece supponenza e disprezzo, negazione del confronto, volontà di simmetria, integralismo morale.

Come dire: “Non c’é altra verità, oltre alla nostra”, “Noi vigiliamo su un dato di fatto”, “Non c’è proprio nulla da aggiungere”.

Un messaggio così strafottente, di pura inciviltà, stona col “basso profilo” esibito da questa militanza omofoba e maldestra.

Il diritto di negare un diritto. Le “Sentinelle in piedi” affermano di “vegliare” sulla libertà di opinione e di pensiero, invece vigilano sul “diritto” di alienare i diritti di altri che non somigliano loro. Vegliano per proteggere e diffondere l’ignoranza, l’arroganza, il qualunquismo conformista e irrealistico da cui altri Paesi si sono già liberati , legiferando con fermezza e con soddisfazione.

Vegliano, ma in realtà dormono di un sonno così profondo che li fa sembrare zombie venuti da un al di là inquisitorio, persecutorio e discriminatorio.  Evidentemente, i lumi della ragione e della scoperta scientifica, oltre che del buon senso, non li hanno raggiunti , né risvegliati.

Come psicoterapeuta e come essere umano, mi batto ogni giorno in prima persona con le conseguenze psicopatologiche e psichiatriche di un’educazione affettiva e sessuale ignorante, sessuofoba e intransigente, mi confronto con la sofferenza causata dall’inumanità, dalla irrazionale imposizione aprioristica di quei “valori” propugnati in modo tautologico dalle “Sentinelle in piedi” e non solo.

Convivo con molti modelli di famiglia, e so che la loro salute non dipende dal sesso dei genitori. Ogni giorno, sperimento i limiti, a volte gravissimi, della cosiddetta “famiglia tradizionale”, che sono pronto a comprendere e formato ad aiutare, nella consapevolezza che non sia l’unico mondo possibile.

Per questo, sento di esprimere il mio parere e di rivendicare a mia volta il mio diritto alla libertà di espressione e di parola, ma parlando, argomentando, mettendoci la faccia.

Ritto in piedi, col mio blog in mano.

A Cagliari e altrove saranno un pugno di mosche. Ma, si sa, le mosche proliferano in fretta, soprattutto nella materia deteriore della tautologia e dell’ignoranza. Occhio dunque, state tutti in piedi con un libro in mano. Potrebbe servire a scacciare le mosche, ma, almeno voi, leggetelo. 

Enrico Maria Secci
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