
La madre narcisista
Maternità e narcisismo sembrano concetti in opposizione assoluta. Il primo corrisponde all’accezione universale, archetipica della vita e dell’amore; il secondo è comunemente associato all’egocentrismo, all’egoismo insano e alla negazione dell’amore.
Così parlare di madri narcisiste significa esplorare una contraddizione fra termini apparentemente inconciliabili, perché nella rappresentazione collettiva la madre è colei che dà vita, ama per istinto il figlio e nell’atto del concepirlo è fisiologicamente e psicologicamente equipaggiata per fornire al bambino tutto l’affetto, l’attenzione, la protezione e l’empatia necessari affinché cresca adulto, sano e funzionale.
Affrontare il tema del narcisismo materno è quasi un tabù nella nostra società in quanto nulla è più destabilizzante che riconoscere la realtà che il narcisismo patologico di una donna non le impedisca di essere madre e che i figli debbano fare i conti per un’intera esistenza con un ossimoro terribile: la madre narcisista.
Le madri “cattive” esistono? Forse no, ma esistono le cattive madri accecate da un disturbo della personalità, il narcisismo patologico, erroneamente inteso dai più appannaggio esclusivo maschile. Il narcisismo invece è frequente anche nelle donne, e trova nel femminile la massima espressione nell’esperienza della maternità, più ancora che nel rapporto col partner.
Sin dal concepimento, la madre narcisista immagina il/la figlia come una promanazione di se stessa. Il nascituro, maschio o femmina, è atteso come un trofeo e come tale sarà esibito in tripudio amoroso da “madre dell’anno”.
La narcisista allestisce il concepimento come uno spettacolo perfetto, sino a che la realtà della nascita del bambino non la destituisce dal ruolo principiale e la consegna al compito della maternità. Un compito inconcepibile nella visione narcisista del mondo, un’umiliazione, una sostituzione, una fatica ingiusta.
In una perversione del senso materno, il narcisismo della donna sovverte il verso primigenio dell’amore. La madre narcisa esigerà l’amore del neonato e vivrà con estrema angoscia e frustrazione le richieste del piccolo. Le soddisferà per compiacere gli altri –il compagno, i parenti, gli amici, ecc. – verso i quali vive il dramma della co-protagonista, una parte “secondaria” in cui si sente annientata “per colpa del figlio”.
Allora, la madre narcisista ordisce la rappresentazione della madre perfetta, in molti le crederanno. Tutti devono accorgersi di lei, lodarla e apprezzarla come genitrice. Affinché questo accada utilizza il bambino come un pezzo d’argilla: esige di plasmarlo a propria immagine. Il bambino deve essere perfetto, deve essere speciale, deve dimostrare in ogni momento ossequio, diletto, deve essere l’incarnazione integrale delle grazie materne.
I figli delle narcisiste, una volta adulti sono spesso sofferenti. Rievocano in terapia le immagini di una madre eccentrica, spesso depressa, rigidamente normativa, iper-critica e gravemente intrusiva in ogni aspetto della loro vita. Hanno ricevuto amore nella stretta misura dell’obbedienza alle istanze materne e si sono sentiti sopraffatti dall’onnipresenza della madre. Questo li ha resi fragili, esitanti, impauriti nelle relazioni e ha contribuito a complicare la loro autonomia.
Infatti, la madre narcisista contravviene al mandato di proteggere la prole e di agire per favorirne l’individuazione e la realizzazione. Per lei proteggere vuol dire possedere, comandare e plasmare a propria immagine; l’autonomia dei figli è percepita come una minaccia, una perdita della propria dispotica centralità.
Per esercitare la sua influenza, il genitore narcisista istituisce un sistema di premi e punizioni randomizzato, casuale e incomprensibile, un sistema basato su un atteggiamento perennemente insoddisfatto e per niente empatico riguardo ai bisogni affettivi dei figli. Per svalutarli li confronta di continuo con altri bambini, e li redarguisce per la loro inadeguatezza, salvo poi esaltarli in pubblico come fenomeni.
Interviene su ogni scelta, cerca di impossessarsi degli amici dei figli o di allontanare chiunque dimostri loro amore autentico e incondizionato. Blandisce le loro/i loro fidanzati/e, o li “seduce” per guadagnarsi un posto nella coppia, con conseguenze disastrose.
Sin da piccoli li “triangola” col padre, li coinvolge impropriamente nella propria guerra coniugale trasformandoli in confidenti nel tentativo di diminuire ai loro occhi la figura dell’altro genitore. L’essere chiamati in causa nei problemi della coppia genitoriale costituisce un potente fattore traumatico: il figlio è calato in un clima di sospetto e di instabilità, è deprivato della sicurezza dell’amore da tutte le parti. Da parte della madre, rispetto al padre e da ambedue.
A volte, non tollerando l’ambivalenza e le aspettative irrealistiche che lo opprimo, si rifugia nel fallimento. Rifiuta i rapporti sociali, rifugge ogni prova, ogni compito o confronto e si ripiega nella mediocrità. Ciò sigilla l’unione con la madre con la ceralacca della dipendenza emotiva, psicologica ed economica in età adulta.
Per i figli di narcisiste patologiche l’opzione di modellarsi al funzionamento materno costituisce, paradossalmente, un’opzione migliore alla depressione e la rinuncia totale all’autonomia, perciò alcuni/e diventano a propria volta narcisisti e ripetono gli schemi della madre.
Enrico Maria Secci
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Da poco ho scoperto che mia madre è narcisista . Quattro anni fa sono stata male , ho avuto una nevrosi marginale e sono stata in terapia . Parlando con il psicologo ho scoperto che tutto veniva dalla mia infanzia e da mia madre. Da piccola non ho avuto le giuste attenzioni e il giusto amore da parte sua . Non si è creato un rapporto di empatia e non soddisfava i miei bisogni. Non si è creato un legame sano infatti questo mi ha portato ad avere molti problemi nel futuro. Questo legame non costruito bene mi portava ad essere insicura e sempre sulle mie.Ricordo all asilo non giocavo tanto con gli altri bambini , preferivo stare sola nel mio mondo. Non ero una bambina spensierata che si divertiva come tutti i bambini dovrebbero . Ero sempre un po’ triste e chiusa.E se penso quando ero in aula avevo sempre come un vuoto dentro me . Il mio unico pensiero era quello di rivedere mia madre e stare con lei , non mi interessava altro , per me lei era ossigeno e senza di lei non vivevo. Ero sempre attaccata a lei ! Poi quando tornavo a casa ero felice , nel mio mondo sicuro. Nell adolescenza mi sono portata questa insicurezza dietro , sempre molto timida però comunque mi sono allontanata da mia madre. Lei però cercava sempre di tenere il controllo su di me . Mi martellava sempre, non mi sono mai sentita libera . A lei dava quasi fastidio che io stavo sempre fuori di casa e avevo la mia vita ! Mi sono sempre sentita oppressa da lei. Tutte le mie amiche erano libere invece io mi sentivo sempre un peso sulle spalle come se non avevo il diritto di essere spensierata e divertirmi. Comunque non ho mai avuto appoggio da lei , non ho avuto un punto di riferimento. Mi lasciava abbandonata a me stessa e io sempre con quel vuoto dentro e insicura di quello che mi circondava. Sapeva solo essere una dittatrice con me e io abbassavo sempre la testa e mi umiliavo. Quando non facevo cosa diceva lei succedeva L inferno .la mia fortuna è stata la mia ribellione , non facevo mai di testa sua a costo di prenderle anche . Diventava anche violenta . Poi molte volte mi sminuiva e mi criticava su ogni cosa , ad esempio il modo di vestire che non era di suo gradimento. Come se lei dovesse decidere su tutto quello che mi riguardava. Poi mi sono sentita sempre abbandonata da lei non ho mai avuto L amore che mi merito ma sempre quel senso di vuoto. Anche quando stavo male sentivo di essere un peso per lei ma lei non lo fa consapevolmente. Lei ha il suo modo di fare . Lei non è una madre cattiva , ma una cattiva madre . Perché io lo so che lei ci tiene a me ma non so se metterebbe mai al primo posto me o lei . Io non la condanno anche se a volte sono arrivata ad odiarla quasi . Ma io non posso odiare una madre, farò di tutto per lei perché so che nel profondo del suo cuore mi ama. Non è colpa sua se si comporta così ci sarà stata qualche motivo . E io sono pronta a sorreggerla quando ne ha bisogno e farla stare bene . Capisco che le persone con questo disturbo stanno male e noi non possiamo fare nulla se non prenderci la nostra autonomia e la nostra vita . Dopo questo percorso in terapia ho capito molte cose. Poi io sono cambiata sono finalmente io ! Quell io che non c’era mai stato. E ora che sto bene mi prenderò cura di mia madre , farò di tutto per farla ridere e fargli avere quella spensieratezza che neanche lei ha mai avuto. ❤️
Ho una madre narcisista fino a poco non conoscevo questa patologia pur vivendo con una madre narcisista , è veramente dura vivere con i genitori cosi….penso che questi individuo possano arrivare a perdere la testa se non si fa quello che lui/ lei ti impongono…..pensavo fosse io quella che non stava bene ,pensavo che stavo esagerando quando parlavo con i miei amici….penso che dovrò fare un po di psicoterapia perche non so amare ,mi stata insegnata tutto un altra cosa ,non va bene cosi…..grazie del articolo