
Le due fasi dell’amore
Innamoramento e amore non sono la stessa cosa. Anche se nel linguaggio comune i due termini sfumano , a volte, l’uno nell’altro, le espressioni “essere innamorati” e “amare” descrivono rispettivamente e precisamente due fasi distinte della formazione e del consolidamento di una coppia.
L’innamoramento è una fase transitoria che, secondo lo psicologo Andrew Marshall, si esaurisce in un tempo variabile tra alcuni mesi e i due anni di relazione. Dopo questo periodo, la coppia affronta una necessaria trasformazione: il sentimento iniziale che unisce la coppia cambia in intensità e qualità. I partner sono parte attiva nella costruzione congiunta del loro futuro sentimentale che, passata la tempesta neurochimica dei primi tempi, comporta un reciproco adattamento e una continua mediazione tra i bisogni individuali e le esigenze della coppia.L’innamoramento, dunque, evolve e si trasforma e in questa mutazione verso equilibri differenti si cela spesso la gran parte delle difficoltà della vita amorosa.
Il sentimento dell’innamoramento è totalizzante ed è esperienza comune che renda un po’ folli. Nelle prime fasi dell’innamoramento sono del tutto fisiologici la comparsa di pensieri intrusivi, completamente focalizzati sull’altra persona e l’esigenza di stabilire con lei una fusione totale. L’innamoramento trasforma la percezione della realtà ed è associato a precisi mutamenti neuro-psicologichi che, quando il sentimento è ricambiato, producono un piacere intenso funzionale alla strutturazione delle prime regole di coppia e delle basi concrete per proseguire il rapporto.
La prima fase dell’amore: la limercence. Doroty Tennov, autrice del saggio Love and Limerance, ha denominato limerence (ultra-attaccamento) la componente principale dell’innamoramento. La limerence è una forma di rapimento emotivo, caratterizzata dalla perdita parziale del controllo di sé e dal desiderio assoluto verso il partner ed è data dall’alterazione temporanea di tre elementi chimici del cervello (dopamina, feniletilamina e oxitocina). Secondo la ricercatrice americana, esaurita la spinta biologica della limerence la relazione tra i partner può evolvere secondo due possibilità emotivamente affini, eppure molto differenti per le sorti della coppia: il loving attachment(attaccamento amoroso) o l’affectionate regard (calore affettivo).
Il loving attachment. Il loving attachment corrisponde al sentimento dell’amore maturo grazie al quale i partner crescono sincronicamente come individui e come coppia, condividendo progetti ed esperienze sia comuni che soggettivi. Nel loving attachment la sessualità non cessa mai di rappresentare un momento fondamentale di unione e di piacere; anche se nel tempo la frequenza dei rapporti può ridursi l’intimità fisica rimane nelloving attachment di primaria importanza nella vita di coppia. Quando l’innamoramento si trasforma in amore inteso come loving attachment, i partner sperimentano l’un l’altro quello che sono in realtà, al di là delle idealizzazioni e degli stereotipi sociali dell’unione romantica. Questo vuol dire che conflitti, separazioni temporanee e transitorie incertezze reciproche sono tutt’altro che segnali di deterioramento della relazione e rappresentano, nell’ambito dell’evoluzione della limerence, un tentativo proficuo di reciproco adattamento. Quando la manovra riesce, l’amore tra i partner assume un significato esistenziale: entrambi riconoscono il ruolo fondamentale dell’altro nella propria vita, pur coltivando spazi di libertà e di evoluzione individuale. Secondo Marshall, terapista di coppia e saggista di successo, il loving attachment è il frutto di un continuo impegno e investimento da parte dei membri della coppia e deve essere alimentato attraverso il comportamento e la comunicazione, attraverso una progettualità e una decisionalità comune, altrimenti tende a spegnersi nel tempo o mutare in un altro sentimento che ne è la copia tristemente sbiadita, l’affectionate regard(calore affettivo).
L’affectionate regard. Quando l’innamoramento diventa affectionate regard la coppia entra in una routine fatta di abitudini e di reciproche rinunce che servirebbero a cementare l’unione mentre la trasformano in un grigio gioco di ruoli. Il sentimento descritto da Tunnov come affectionate regard è il calore affettivo molto vicino al sentimento fraterno o all’attaccamento filiale. L’affetto tra i partner sussiste indipendentemente da ciò che essi fanno nella relazione e matura allo scuro delle emozioni che nutrono l’uno per l’altro. I membri della coppia si percepiscono vicendevolmente dipendenti e rivolgono all’altro la considerazione affettuosa che si ha nei confronti di un parente stretto. Possono essere solleciti verso i bisogni del compagno/a e a volte apprensivi, ricordarsi ricorrenze importanti e fare piccoli gesti rituali che sottolineano l’esistenza di un legame. Tuttavia nell’affectionate regard vengono meno i presupposti dell’amore inteso come loving attachment, primo fra tutti l’intimità fisica e l’attività sessuale. Apatia sessuale, disfunzioni erettili o dell’eiaculazione (eiaculazione precoce) o frigidità possono comparire come sintomi delle difficoltà dei partner sul piano sentimentale. Molto spesso nell’affectionate regard la coppia assume rispetto a tali segnali un atteggiamento elusivo e complice che si traduce nella netta limitazione dei rapporti intimi o alla completa astinenza.
Pur continuando il rapporto, uno o entrambi i partner sono insofferenti al legame e lo vivono come un tradimento delle premesse della limerence(innamoramento) con cui era cominciato. L’affectionate regard è un colpo mortale all’ideale romantico dell’amore, una ferita sentimentale della quale presto o tardi i coniugi si accuseranno a vicenda. Le relazioni basate sull’affectionate regard attraversano di continuo fasi nevrotiche caratterizzate da grandi litigi per piccole cose e fasi di stallo, in cui il rapporto riprende con la sua rassicurante ritualità.
Enrico Maria Secci
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