Amori Supernova: i “buchi neri” relazionali
Non essendo psicologi e meno che mai “cosmologi della mente”, è quasi impossibile pensare che le principali motivazioni di un abbandono inspiegabile siano da ricercare dentro l’altro, più che in noi stessi o nella relazione. Del resto, molta letteratura psicologica, soprattutto di orientamento psicoanalitico e psicodinamico, incoraggia all’introspezione, come se davvero ogni dolore dipendesse dai problemi irrisolti di chi soffre.
Nel nostro ambito, gli amori esplosi di colpo e senza una causa apparente, sarebbe bello se fosse così, sarebbe consolatorio alla fine scoprire in se stessi la causa. Per quanto doloroso, offrirebbe una sorta di “illusione di controllo”, che consiste nel credere che l’errore siamo noi, che dunque si tratta di un difetto che potremo correggere e poi pervenire, finalmente, a una vita migliore. Ma negli amori supernova non è così. L’individuazione di eventuali “responsabilità” del/della partner legate magari a suoi vissuti pregressi, a traumi infantili e via dicendo non basta a comporre un quadro chiaro della vicenda attuale e corre il rischio di infierire sulla “vittima” in balia della colpevolizzazione, dell’auto-punizione, del blocco emotivo o della dipendenza affettiva.
La trama incongruente e strappata del distacco radicale non si completa neppure con la ricerca delle “cause” relazionali; neppure se si analizza, come faremo, la comunicazione tra i partner. Anche se si individuano travisamenti e “non detti”, incomprensioni e “reazioni sbagliate”, l’esame della relazione porta alla conclusione che questi elementi dissonanti sono in realtà lievi, fisiologici, risolvibili.
Delusioni, litigi, transitorie chiusure, dubbi, crisi passeggere nell’intimità fanno parte del processo evolutivo di ogni legame autentico, sano e funzionale. Questa analisi sistemica, peraltro, non è agevole, in quanto dopo la rottura il/la partner si dilegua, sfugge, rifiuta ogni opzione diversa dalla separazione.
“Non ce la faccio, scusa, Mi dispiace tanto …”, sarà il mantra del/della supernova dopo l’esplosione. L’insegna affissa sul guscio depressivo in cui è ritornato/a alla sua mestizia originaria, dopo la “perdita” dell’amore e dell’oggetto d’amore.
Addentrarsi nella stella che esplode
Falliti i tentativi di costruire un senso allo sfacelo – ricercandolo in se stessi e nella relazione- è importante che le “vittime” delle supernove facciano ciò che non avrebbero mai pensato di fare: entrare nella stella esplosa, toccarne finalmente il nucleo, o quel che ne rimane. Si tratta di prendere coraggio e addentrasi nel buio, nel conflitto e nella rabbia, nell’angoscia e nella fragilità delle personalità supernova che non si osavano affrontare durante il rapporto, persuasi di crescere in un amore realista, terrestre, quell’amore che persiste senza esplodere, perché accetta imperfezioni, dissonanze, incrinature e le integra in un sentimento maturo e in un progetto di vita congiunto … tutto ciò che un amore supernova non può essere. Ma noi non potevamo saperlo, né noi né chi alla fine ha ceduto sotto il peso di una crisi personale di cui la/il compagno/a non ha potuto accorgersi sino all’epilogo fulminante.
Le motivazioni del collasso psicologico di chi abbandona una storia felice sono collegate a schemi e dinamiche profonde e a vissuti inaccettabili o inaccettati preesistenti al rapporto amoroso. La resa incondizionata dell’individuo supernova dipende dall’attivazione di questi processi dovuta a cambiamenti intervenuti nella vita familiare, professionale e sociale e, di nuovo e sempre, evitati, ostacolati, repressi grazie all’inconsapevole complicità della/del partner. Il suo accudimento eccessivo e l’aiuto morale, la vicinanza e l’amore non bastano al/la supernova che, quindi, comincia a dubitare della validità della sua scelta affettiva e della persona che ama (o amava …), a causa del fatto che non lenisce il suo dolore esistenziale come è riuscita a fare per anni.
Ciò che il/la supernova non sa, o non vuole vedere, è che l’amore non è una panacea universale, che il suo cortocircuito emotivo non è causato dalla relazione amorosa che non lo cura più, ma dalle difficoltà personali che ha illusoriamente creduto di oscurare rifugiandosi nello splendore del rapporto di coppia.
L’esperienza clinica prima e quella personale poi mi hanno portato a riconoscere tre vissuti negativi dei/delle partner supernova, che costituiscono il nucleo inconscio responsabile dell’esplosione imprevedibile e apparentemente assurda nel mezzo di una relazione buona, appagante e funzionale, spesso all’apice della sua evoluzione:
- depressione latente;
- schemi disattattivi (o mal adattivi) precoci, in particolare inadeguatezza, inibizione emotiva e fallimento;
- narcisismo nascosto o “covert”, in alcuni casi.
Questi elementi possono essere presenti singolarmente, ma in genere sono co-presenti e danno un senso alla fine “inspiegabile” dell’amore che le supernove propugnano come un semplice fatto, un evento casuale o che attribuisce confusamente alla “vittima” o alla relazione.
Enrico Maria Secci, Blog Therapy
Tratto da: